di Eugenio Santovito
Quella di camorra, della droga e delle estorsioni, delle piazze di spaccio, dove la vita non vale nulla, quella delle Vele e dei vicoli eroina, dei muschilli e dei clan allo sbando, dei cani sciolti, dove non comanda più nessuno.
Quella della politica, e della speculazione, di quelle mani che stringevano la città e quella della borghesia, delle colline di Posillipo, spiata da una portineria, dove un posto sole, è un sorriso e una storia d’amore. Quella che si arrangia e vive alla giornata, del pacco, doppio pacco e contropaccotto, dove la vita è il gioco delle tre carte, un maestoso, grande interminabile bazar e quella delle soubrette che scendono giù per Toledo, i concerti di piazza, di matrimonio. i neomelodici e, quelli della serenata e la promessa sposa che si affaccia commossa, e tutto il quartiere che guarda.
Quella del contrabbando, delle sigarette e degli scafi blu e quella della banda del buco armata di fiamma ossidrica che arrivava nei caveau delle banche arrivando dal sottosuolo, sbucando dagli inferi, dalla città nascosta sottoterra. Napoli l’hanno raccontata in tutti i modi, prima a cinema ed ora in televisione, dall’album oleografico della città mancava solo quel del funerale, trainato dai sei maestosi cavalli neri, come tradizione vuole, in segno di rispetto. Spesso per una persona di rispetto.
Napoli ha un rapporto particolare con la morte. Difficile trovare in altre citta manifesti giganteschi di questo tipo. “Momento difficile, soluzione concreta: 1200 euro tutto compreso”. In alto a sinistra, la scritta si staglia nell’azzurro intenso di un cielo terso, appena sopra un tappeto di morbide nuvole bianche. A destra, l’inequivocabile cancello lanciato, promessa di un futuro migliore. Pubblicità decesso. Sotto, un cognome che vanifica ogni altra spiegazione: Bellomunno. Che a Napoli si traduce con pompe funebri. Ci mancava la Napoli dei funerali, ma come si sa, presto avremo anche quella.
Dal primo dicembre DeASapere Hd canale di divulgazione della famiglia di De Agostini, cambia target e diventa Explora Hd (sempre sul canale 415 di Sky). Una delle prime trasmissioni sarà “Morti e stramuorti”, il primo docu-reality italiano che segue una famiglia che gestisce un’agenzia di pompe funebri e che debutterà con uno speciale di un’ora la sera della vigilia di Natale per poi partire in primavera. Massimo Bruno, direttore dei canali tv di De Agostini Editore, sottolinea che questo genere non è mai stato portato in Italia (esiste in America da tempo un format del genere). L’ha spuntata la famiglia napoletana, guarda un po’, Dell’Anno di San Giovanni a Teduccio, perché la “loro ironia aiuta ad affrontare in maniera diversa la morte”.
L’azienda Dell’Anno è una grande famiglia di 15 persone, ed è gestita da Umberto con i tre figli, Francesco, Massimo e Mirco. I proprietari sono coadiuvati da 5 fidi “schiattamuorti”: Federico (‘o caposquadra), Lello (‘o bello), Antonio (‘o Jolly), Gabriele (‘o Sciupafemmine), Aziz (‘o Marocchino). E così ci ritroviamo dal Boss del cerimonie di Real Time (il “chiacchierato” ex macellaio Antonio Polese e l’organizzazione della sua esagerata “location”, il Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate la cattedrale del kitsch) all’azienda “del “caro estinto”, tutto quello che si deve sapere di un funerale, dal bianco del velo della sposa, al nero del velo della vedova.
Chissà. Verranno svelate anche tutte le magagne, il racket che imperversa, il modo con cui, negli ospedali vengono informate le imprese di pompe funebri, le percentuali per le soffiate, le tangenti per ottenere i permessi di seppellimento ed i decreti di autorizzazione al trasporto delle salme, il listino delle bare (frakè, mogano, abete, noce, rovere) che partono da 400 euro per arrivare sino ad arrivare a quasi 5 mila euro, o delle lapidi, delle urne, del tipo di autovettura o, addirittura, della carrozza con i cavalli? E il caso di dire: chi vivrà vedrà. Altrimenti, chissà, può darsi parteciperà alla puntata. Freddo protagonista.