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Il bocciato voltagabbana

di Eduardo Palumbo

E’ il più bocciato candidato a sindaco che si ricordi. Due volte si è presentato al ballottaggio per la carica di primo cittadino a Napoli, due volte la città gli ha sbattuto in faccia la porta. Il voto popolare ha sempre ragione. Ma questa volta ha avuto due volte ragione. Non tanto per aver rieletto il modesto De Magistris, ma per aver nuovamente bocciato Lettieri. Il sindaco che si è candidato alla guida di Napoli con uno schieramento del centrodestra si è trasferito armi e bagagli, dall’altra parte del fiume: alla corte di Renzi. Si sussurrava da tempo, ora è confermato.  Complimenti. Non c’è che dire

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Gianni Lettieri dopo la seconda batosta elettorale è andato a fare un lungo giro per il mondo, non proprio una espiazione, ma di certo un lungo distacco dopo l’ennesimo, duro rifiuto. Certamente per far passare un po’ di tempo, far decantare la campagna elettorale, l’ennesima sconfitta. In consiglio comunale non si è fatto vedere, a guidare lo schieramento in aula è stata Mara Carfagna.

Lontano da Napoli, lontano dal cuore. Deve aver riflettuto molto il buon Lettieri, visto che al suo ritorno ha annunciato la metamorfosi e il salto della quaglia è realizzato, senza tanti fronzoli. Del resto lui ha sempre amato dire di essere prima di tutto un “imprenditore”. Appunto. Pragmatico. Cinico. Spregiudicato. Trasformista. Affarista.

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Gianni Lettieri e Matteo Renzi

Mi chiedo – ha detto al Mattino gettando via la maschera – abbiamo o non abbiamo necessità di mettere mano alla Costituzione? La risposta è ovvia, sì. Ed è per questo che credo che sia da valutare molto attentamente l’apertura di Renzi di discutere sull’Italicum, per una modifica alle legge elettorale. Senza pregiudizi e senza tabù. Tutto è sempre migliorabile, per carità, ma da qualche parte bisogna pur iniziare per disegnare il futuro del nostro Paese.”

Traduzione? Farà campagna elettorale per il si al referendum, abbandonando lo schieramento che per due volte lo ha candidato a sindaco di Napoli. Per il centrodestra dieci anni buttati al vento, aspettando Lettieri. L’adesione al Pd, ovviamente, non è stata formalizzata, l’operazione-referendum fungerà da traghetto. Se vincerà il Si, l’imprenditore-politico che sognava Palazzo San Giacomo approderà nell’orbita del Pd, da vedere come, con che ruolo o con quali progetti.

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Gianni Lettieri

Di certo Lettieri ha i pregi di un imprenditore ma ha imparato i vizi del politico. Uno dei tanti trasformisti del giorno d’oggi. In questa legislatura più di un deputato su 4 (il 26 per cento) ha cambiato posto in aula, tra Senato e Camera, lasciando lo schieramento in cui è stato eletto. In questa legislatura 252 fra deputati e senatori hanno cambiato gruppo, con la media di 10 passaggi ogni mese, uno ogni tre giorni. Sempre che nelle ultime ore, qualcun altro, non abbia cambiato idea.

Di certo il passaggio di un deputato o un senatore è meno traumatico, di minore impatto. Uno dei tanto, spesso anonimi. Quasi sempre transitano dal Gruppo Misto, né carne né pesce, ininfluenti. Ma il passaggio di un candidato sindaco da uno schieramento ad un altro è diverso, c’è stata una investitura popolare, un rapporto di fiducia, un patto con i cittadini. Povera Napoli.

 

 

 

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