di Ernesto Santovito
Un mese fa il Napoli voleva sbrigare la pratica Champions con un girone d’anticipo, si parlava di nove punti in tre partite, un dominio incontrastato, la scuola Sarri che chiedeva la laurea per l’Europa, il più calcio dopo il Barcellona, la narrazione potrebbe andare all’infinito
E’ passato un solo mese, tre partite, il Napoli non è riuscito più vincere, due volte con i turchi (una sconfitta ed una vittoria) una con gli ucraini, ed ora è tutto un minestrone, tre squadre Benfica, Napoli e Besiktas, a giocarsi la vita negli ultimi novanta, una sorta di terno a lotto. Ai turchi (autori di un miracoli stile Liverpool, da 0-3 a 3 a 3) basterà vincere contro la Dinamo per passare il turno alla fase successiva.
Tutto più difficile sarà per Napoli e Benfica: gli azzurri avranno due risultati su tre favorevoli (vittoria e pareggio) mentre i lusitani saranno costretti al successo, altrimenti vanno fuori.
Dalla sua i portoghesi però avranno il vantaggio di giocare in casa, ed a Lisbona allo Estádio da Luz non è di certo facile fare risultato.
Senza ombra di dubbio il Napoli contro la Dinamo Kiev ha giocato la peggiore partita della Champions e, probabilmente, della stagione sino ad ora. Una squadra a cui manca l’antico furore, la carica agonistica, di una volta. E di certo, in certe partite, giocare con la banda bassotti in avanti non può certo aiutare, anzi. Solo quattro punti su nove nelle tre gare interne, un bottino misero.
Rog ancora non pervenuto. Neanche in panchina, addirittura relegato in tribuna. Un mistero. Eppure in nazionale gioca più o meno regolarmente, e la Croazia non è certo una squadretta… Anzi a proposito di nazionale è possibile che Rog e Strinic a gennaio debbano partire. La Croazia, infatti, sarà impegnata nella China Cup, una competizione ufficiale Fifa che vedrà impegnate anche Cina, Islanda e Cile. Il torneo si disputerà in Cina dal 10 al 15 gennaio ed in caso di convocazione, i due calciatori azzurri potrebbero saltare almeno due partite di campionato ed un turno di Coppa Italia.
A fine gara un Sarri particolarmente pragmatico. Ridotto ai minimi termini il pensiero del tecnico è “vincere non contava niente, l’unica cosa che contava era non perdere”. Dichiarazioni sorprendenti. AL di là che un tecnico non può andare dicendo che vincere non è importante, la cosa sconcertante è non tener conto che la qualificazione è una cosa e il primo posto del girone (che vuol dire in teoria un avversario più malleabile negli ottavi) è decisamente un’altra. Qualcuno dovrebbe imporre a Sarri il silenzio. Come parla sbaglia. Se De Laurentiis non gli compra una punta, gli comprasse almeno un portavoce.