di Emiddio Novi
Nel 2016 abbiamo esportato per un valore di 417 miliardi di euro. Esportiamo più di quanto importiamo. Tanto è vero che la bilancia commerciale nel 2016 ha registrato un attivo di 51,5 miliardi. E siamo un Paese privo di materie prime. Se non fosse stato per la crisi dell’edilizia e quella delle banche il Pil sarebbe andato molto meglio. Nel mondo occupiamo i primi posti nell’agroalimentare, nel turismo e nell’industria manifatturiera.
Il Paese in silenzio e nonostante le classi dirigenti che fanno di tutto per sfasciarlo è riuscito persino a modernizzare a ristrutturare il suo apparato industriale. Ed è riuscito anche a far meglio della Germania.
L’economista Marco Fortis, uno dei pochi che è in grado di analizzare lo Stato di salute della produzione italiana, ha sottolineato che nel triennio 2014-2016 gli investimenti italiani in macchinari e mezzi di trasporto sono cresciuti complessivamente del 19,9 per cento. Il doppio rispetto alla Francia e il triplo rispetto alla Germania. Gli investimenti hanno fatto si che la crescita della nostra industria manifatturiera abbia superato, sia pure di poco, quella tedesca.
Se non ci fossero stati il governo Monti e le politiche di austerità imposte dalla Germania all’Europa che tra il 2012 e il 2010 fecero regredire l’Italia, la nostra crescita non si sarebbe fermata al 2011, l’anno del golpe dello spread. Su cinquemila prodotti censiti negli scambi commerciali internazionali siamo primi, secondi o al massimo terzi in ben ottocento prodotti. E per quanto riguarda il turismo siamo i primi in Europa per il pernottamento di turisti extra-europei.
Siamo un grande Paese nonostante le nostre classi dirigenti, nonostante l’euro e i tecnocrati di Bruxelles, nonostante la guerra che ci muove la Germania. Nonostante tutto. Possiamo uscire dall’euro senza problemi. Perché i nostri prodotti sono richiesti e siamo imbattibili nell’agroalimentare, nel design, nella meccanica leggera, nel turismo extraeuropeo.
Non siamo la Grecia che esporta yogurt. E nemmeno la Spagna che come potenza industriale non riuscirà mai a raggiungerci. Difendiamolo questo Paese. E ricordiamoci che siamo riusciti a rinnovare e ristrutturare la nostra industria come nessuno in Europa.
Abbiamo esportato 52,5 miliardi di valore per l’industria chimica e farmaceutica, 153,1 miliardi per la meccanica e mezzi di trasporto, 150miliardi in mobili, ceramica, moda. E Berlusconi che queste cose le sa poteva risparmiarsi l’umiliazione di baciare la pantofola alla Merkel.