Archivio mensile:febbraio 2016

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Corri ragazzo laggiù
vola tra lampi di blu

 di Valerio Caprara

Considero “Lo chiamavano Jeeg Robot” uno dei film italiani più innovativi, intelligenti, entusiasmanti degli ultimi anni. Attori superbamente in parte, la crudezza noir che si mescola al romanticismo dei folli e dei criminali; la fanta-spavalderia dei manga giapponesi che s’integra nel desolato cinismo della Roma contemporanea e delle sue borgate Continua a leggere

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La Chiesa che piange

di Alessio Buccafusca

Soltanto pochi anni fa  la Chiesa vietnamita venne costretta a chiudere circa  duemila istituzioni educative, dagli asili alle scuole superiori, ai collegi universitari, come l’istituto pontificio di San Pio X a Da Lat, dove in passato hanno studiato il cardinale di Hanoi, Peter Nguyễn Văn Nhơn e il nuovo arcivescovo di Ho Chi Minh City  Paul Bùi Văn Đọc

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Il segreto ridicolo

di Frank Cimini

La corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per il rapimento e la detenzione illegale di Abu Omar. Il nostro paese dovrà risarcire con 70 mila euro l’ex imam e con altri 15 mila euro la moglie, entrambi parte civile al processo in cui furono condannati gli uomini della Cia e “assolti” a causa del segreto di stato quelli del Sismi Continua a leggere

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La bufala Jobs act

di Eduardo Palumbo

Il castello del Jobs act si sfalda come quello di un bambino sul bagnasciuga. E non serve neanche un’onda a buttare giù tutto. Basta ristabilire la verità. Per giorni i cantori del Jobs Act, con quel sorriso irridente, studiato che va sempre accompagnato da un bel po’ di arroganza, sono andati in televisione a sciorinare i loro dati miracolosi, col fare tronfio di chi rappresenta la ragione contro l’ignoranza. Tutti superficiali o tutti in malafede? Chissà, ma poco importa Continua a leggere

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Le tasse del pavone

 di Piero Ostellino

Nulla di nuovo sotto il sole rispetto al passato. Se i governi che lo hanno preceduto sono stati un disastro questo governo non è da meno. Renzi si è rivelato quello che è apparso fin dal primo giorno della sua comparsa sulla scena politica nazionale. Un chiacchierone pieno di sé, vanaglorioso, politicamente incapace, ma tanto furbetto e cinico da promettere mari e monti e, poi, non fare niente Continua a leggere

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E la Merkel restò sola….

di Emiddio Novi

La ‪ Merkel  è rimasta sola. L’ha abbandonata persino l’Austria, dove i populisti sono diventati il primo partito. Nel vertice di Bruxelles s’è misurato l’isolamento della Germania, alla disperata ricerca di alleati per le sue dissennate aperture alle ondate migratorie e per le politiche economiche rigoriste che hanno inchiodato l’economia europea impedendole di crescere con adeguate misure fiscali e monetarie Continua a leggere