Archivio mensile:novembre 2017

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Siam pronti alla morte…

di Gerardo Mazziotti

Non poteva che lasciare basiti la decisione del Senato di approvare una legge, già passata alla Camera, che assume come Inno Nazionale quello scritto nel 1847 dal giovane Goffredo Mameli e che i parlamentari del 1946 avevano adottato provvisoriamente. E’ evidente che i deputati e i senatori della Repubblica non l’hanno letto oppure ritengono irrilevante che si tratta di un inno storicamente datato, quando “eravamo calpesti e derisi”. E  che questo ripetuto invito a “ stringersi a coorte per combattere fino alla morte” è in un palese contrasto con l’ articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra. Continua a leggere

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I presidenti serpenti

 di Ottorino Gurgo

C’è un antico aforisma secondo il quale “l’ambizione dell’uomo è come il serpente che, visto un elefante, se lo vorrebbe mangiare: qualunque metà raggiunga, non è mai soddisfatto “. Ci torna alla memoria, questo aforisma, nell’osservare il frenetico attivismo dei presidenti dei due rami del Parlamento, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Continua a leggere

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La sventura del calcio stravecchio

di Adolfo Mollichelli

La farsa dopo la tragedia sportiva. L’omino caccia l’omaccione. L’omino ha ragionato pro domo sua. Non per niente è ragioniere. L’omaccione s’era rifugiato in casa dei suoceri che l’hanno consolato con un piatto di strescineti. Lui ha promesso: cara mamma e caro papà, con il milioncino (di euro) che avrò dal vecchio Ta vi porto in Svezia per il Natale. E pare che De Laurentiis ci giri un film: sVentura di Natale. Uscirà il milioncino, il ragioniere ha fatto di conti e se dovesse mancare qualche centinaio di migliaia di euro ricorrerà ai compaesani di Ponte Lambro non troppo lontano da quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti.  Continua a leggere

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Svezia in Russia, Ventura in Siberia

di Adolfo Mollichelli

L’omone che sbuffa e l’omino delle banane. Chissà dove sono, che cosa staranno facendo. Che cosa staranno pensando, sarebbe pretendere troppo. Mentre i figli di Ikea, pippe stratosferiche, festeggiano e pare che siano decisi a mandare dalle nostre parti pezzi di legno in meno e vitarelle spanate. Viva il mondiale a 32 squadre e senza la nazionale quattro volte campione del mondo, sessant’anni dopo. Continua a leggere

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Patty Brava

di Valentina Colosimo 

La nonna si chiamava Maria. Non c’è più da tanti anni ma il suo spirito aleggia in questa casa. “Mi fa cose pazzesche. Un giorno mi ha aperto il guardaroba e ha buttato tutti i vestiti per terra. Oppure se gli sta simpatico qualcuno gli prende il cappello – non posso fare nomi, eh – e glielo fa ritrovare a Verona. Poi mi sposta gli oggetti di continuo». Si diverte? «È il suo modo per farmi sentire che è ancora vicina a me. E poi dicono che quando muoiono, le persone scompaiono…” Continua a leggere

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La meglio gioventù di Spacey

 di Gerardo Verolino -

 Prologo. L”attore Anthony Rapp accusa Kevin Spacey che nel 1986, quando aveva 14 anni, e Spacey 26, sarebbe stato da lui  sessualmente molestato. “Recitavamo entrambi in uno spettacolo a Brodway-ha raccontato Rapp-Spacey mi ha invitato nel suo appartamento per una festa e, alla fine della serata, mi ha preso, mi ha messo sul suo letto ed è salito sopra di me”. Continua a leggere

Soccer WCup 2018 Sweden Italy

Peggio di una gita all’Ikea…

di Adolfo Mollichelli

L’andata è andata male. Si perde in Svezia col peggiore risultato possibile. Un tempo c’era la Giovine Italia. Ora c’è solo la povera Italia. In campo e fuori campo. I figliocci di Larsson ci hanno scritto uno di quei gialli magistrali. Titolo: il ct che odia gli uomini (migliori).

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Figuraccia. Senza se e senza ma. Il gioco duro? Un alibi. S’è picchiato di qua e di là, il giusto. E poi è quando il gioco si fa duro che i duri scendono in campo. Va be’, si fa per dire. Il venturismo è una singolare corrente di pensiero.

Prevede la disposizione dei giocatori come le stecche del calciobalilla. Tutti in riga. Schiacciati sulla mediana dell’avversario. Ci vorrebbe almeno uno che sappia giocare la “mezza palla” ma non c’è.

Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Gli azzurri di oggi sono scarsini. I talenti sono rari. E quei pochi che ci sono devono aspettare. Devono crescere, dicono. In Spagna, se hai anni verdi e sei bravo, giochi. Vedi Asensio, ultimo esempio. Noi abbiamo (avremmo) Insigne e Bernardeschi. Ma devono crescere. Una volta si diceva: sì, la coda. Ne ho viste tante di Nazionali, ma povera come questa mai.

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Si dice che ‘o pesce fete d’a capa. Motto santo. Inadeguato il (Ta)vecchio grande capo. Modesto, sbuffante e gigionesco il capitano di ventura. Un tempo si criticavano Mazzola e Rivera, Baggio e Del Piero, Riva e Boninsegna. Bestemmie.

Ora abbiamo un giovane ingobbito che è centravanti e un torello che è centravanti.

Il capitano di ventura si ostina a schierarli insieme. Risultato: schieri due e rende uno. Se va bene. Si neutralizzano a vicenda.

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Il meno peggiore è stato Darmian: alcuni buoni cross e un lampo sul palo. Candreva, da piccolo (ora non so) andava spesso al luna park. Era bravo a colpire con la palla gli orsacchiotti in movimento. Il gioco gli è rimasto dentro. E così, ora che è cresciuto continua a colpire gli avversari con il pallone.

Notato Immobile per una finezza linguistica. Insomma, ha accusato la mamma di uno svedese – che immagino biondissima – di avere una passione per gli orali (non gli scritti).

Tardivo l’ingresso di Insigne perché la vaporiera sbuffante non sapeva dove metterlo e chiedeva lumi ai secondi e capirete se lui è il primo…

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Verratti nel gioco alla ventura diventa più normale di quello che è. Non chiedetemi se vale tanto perché potrei nel mio piccolo incazzarmi.

Poi, abbiamo un altro muscolare a centrocampo che ha nome fasullo. Direste mai: parolo d’onore? Quanto a De Rossi, lo vedrei bene con il saio addosso, sempre più somigliante a frate Leone.

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La BBC è vecchia e logora, ha resistito tra spintoni e sceneggiate varie. La BBC non è la Rai ma neppure la difesa di ferro di una volta.

Se decidi di ricorrere ad Eder, lo devi far giocare o largo o tra le linee. Altrimenti lo perdi.

Aspettando il ritorno, lunedì a Milano, e confidando in Sant’Ambrogio mi viene in mente il barone Liedholm che diceva: io metto sempre perfettamente in campo le mie squadre, poi l’arbitro fischia e i giocatori si muovono!

 

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Una fabbrica di processi inutili

 di Gerardo Mazziotti

“Il sistema giudiziario del nostro paese è una fabbrica inefficiente e costosa, che, se fosse privata, sarebbe fallita da decenni. Siccome è pubblica si continua a pompare risorse avendo cura che siano poche e che lo stato di inefficienza perduri”. Lo ha scritto nel 2007 il magistrato Bruno Tinti nel suo libro “Toghe rotte”. E ha detto che “l’inefficienza è la causa prima di un arretrato penale di oltre 3milioni e mezzo di processi destinati a estinguersi per prescrizione nella misura del 90%.”  Un dato inammissibile. Perciò la magistratura dovrebbe impegnarsi nell’accelerare al massimo questi processi anziché celebrarne di nuovi. Continua a leggere