Archivio mensile:febbraio 2017

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Squitieri, il regista ingombrante

di Marco Giusti

Nei suoi film migliori, I guappi, Camorra, L’ambizioso, Il prefetto di ferro, Pasquale Squitieri, regista fortunatamente non inquadrabile in nessuna delle solite categorie all’italiana, scomparso dopo una debilitante malattia a 79 anni, aveva saputo unire mondi, umori e interessi del tutto diversi. Noir, poliziesco, film d’impegno civile, western sempre con un occhio alla spettacolarizzazione, al cinema per il cinema, e uno al racconto del reale. Continua a leggere

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Beati i palloni
che hanno giocato con Baggio

di Adolfo Mollichelli

Auguri Robi per i tuoi primi cinquant’anni. Auguri, inimitabile campione e uomo di dolcezza infinita. Semplice, genuino, cordiale, gentile. E va bene, una volta andasti contro te stesso, quando Arrigo Sacchi ti sostituì nel catino del Yaints Stadium di New York e tu, uscendo, gli rivolgesti l’ormai celebre: “Ma questo è matto!”. Nulla al confronto con la durezza con la quale io – baggiano tutta la vita – ho apostrofato chiunque osasse mettere in dubbio la tua grandezza. Imperavi e dividevi, altroché se dividevi! Durante il mondiale americano, tra noi inviati al seguito della Nazionale, si formarono tre veri e propri clan: gli scettici, i baggiani, gli antibaggiani. Continua a leggere

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Gli Stati Uniti del Sud d’Europa

di Iolanda Siracusano

Globalizzazione. Sembrava la parola magica, la risoluzione di tutti i problemi, il superamento delle ideologie sostituite dal Mercato. L’economia della globalizzazione, la vampirizzazione dei mercati. I più forti diventano sempre più forti, i più piccoli scompaiono. Inevitabilmente. La forbice fra ricchi a poveri allargata a dismisura, mai c’era stato tanto divario. Il risultato è che otto uomini da soli guadagnano quanto metà della popolazione globale. Continua a leggere

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L’eroe misconosciuto

di Lidio Aramu

 Avevo più volte posato lo sguardo sulla pila di volumi in bella mostra sulla mia scrivania, ma la precarietà del mio stato di salute m’impediva di leggerne un solo rigo, ciò nonostante un libro con l’immagine di uno stormo di aerosiluranti italiani dal titolo “L’avventurosa vita di mio padre, Arduino Buri, il siluratore della Nelson” scritto da suo figlio, Giuliano Buri, m’incuriosiva particolarmente. Continua a leggere

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Cazzate & cazzimma

 di Adolfo Mollichelli

Quant’è bella la cazzimma/che si fugge tuttavia/ce l’ha solo Lorenzo/tutti gli altri/l’han perduta/smarrendosi lungo la (Gran) via.

La gita fuori porta, la scampagnata madrilena è finita male. Sul campo è andata così così, con undici minuti di realtà sognante, quelli che sono intercorsi tra l’invenzione di Lorenzinho ed il pareggio di Benzema. Davanti alle telecamere è andata peggio. Con lo stupefacente (ehm!) Aurelio Primo a dire cazzate, zeta doppia come cazzimma. Duro e farneticante attacco a Sarri, senza ragione alcuna. Sfruttate poco le risorse della rosa? E chi avrebbe dovuto far giocare Sarri, il Pavoletti dei garretti perduti preso a peso d’oro per introitare il guadagno derivante dalla cessione di Gabbiadini già super bomber in Premier? Stop. Continua a leggere

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A Madrid la notte uccide i sogni

di Ernesto Santovito

A Madrid nessuno va a letto prima di avere ucciso la notte… scriveva Ernest Hemingway. Questa sera avrebbe corretto in prima di uccidere un sogno. Già, perché dopo una manciata di minuti il sogno sembrava vero, Lorenzino aveva ascoltato il consiglio di Cassano (non alzare lo sguardo al Bernabeu, guarda il campo…) ed aveva solo guardato il pallone e la porta, e che importava se stava lontano un bel po’, che cosa sono trenta metri quando hai dentro la forza di un sogno, la fame dell’impresa, Navas laggiù era solo un puntino verde, ma stava dieci metri avanti, troppo avanti, ed allora eccolo Lorenzino impattare il pallone con un tocco da scugnizzo, un destro dalla traiettoria lunga, ampia, felpata il pallone rimbalza e poi finisce in rete. Continua a leggere

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I blancos e i neri, il giorno più lungo

 di Adolfo Mollichelli

Il giorno più lungo. L’attesa. Trent’anni dopo. Il principe e il povero. Sfida all’Ok Corral. Una giornata particolare. Scegliete voi il titolo che più v’aggrada. In attesa che sul palcoscenico del Bernabeu gli attori recitino la loro parte. Entusiasmo alle stelle (diecimila napoletani nel tempio del calcio madrileno),voglia di esserci, speranza e scaramanzia, sogno ad occhi aperti e, sinceramente, non vedo l’ora che arrivi questa sfida di Champions perché non se ne può più di parole, parole, parole come cantava la grande Mina. Continua a leggere