di Paolo Guzzanti
Benché abbiamo passato anni insieme in Parlamento, quando leggo il suo nome penso sempre a quel giorno lontano in cui uscii dal suo ufficio di ministro in via Veneto, dove ero andato a intervistarlo per la prima volta con il proposito di metterlo in difficoltà perché era già sotto i riflettori. Alla fine, mise in difficoltà me perché ebbi la percezione diretta, umana, del fatto che avevo di fronte un galantuomo e so bene che questa non è una prova. Il mestiere di giornalista è (o almeno era) uno di quelli che possono mettere in crisi la tua buona fede, la tua coscienza, la lealtà. Calogero Mannino ha sempre avuto quel portamento di siciliano triste ma combattivo, forte eppure rassegnato a essere periodicamente portato in cortile, legato a un palo per veder schierarsi un plotone d’esecuzione. Continua a leggere →